San Carlone di Arona, storia di un Sacro Monte mai realizzato

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Quando si ammira l'imponenza del San Carlone difficilmente ci si ferma a pensare alla sua storia e, non stupisce quindi che, in pochi sono a conoscenza che il progetto originale era molto differente da ciò che è arrivato ai giorni nostri.

Carlo Borromeo nacque il 1538 nel castello che sorgeva sulla Rocca di Arona, che sarebbe stato distrutto quasi tre secoli più tardi, da Napoleone. Oggi è considerato uno dei massimi riformatori della Chiesa cattolica del suo secolo, insieme a Sant'Ignazio di Loyola, nonchè anima e guida della Controriforma. Non stupisce quindi che nel 1610, solo 25 anni dopo la sua morte, venne proclamato Santo.

Suo cugino, Federico Borromeo, il cardinale di cui si parla anche nei “Promessi Sposi” e divenuto nel 1595 suo successore come Arcivescovo di Milano, volle che in Arona sorgesse un “Sacro Monte” che ne celebrasse l’eccezionale grandezza.
L’impresa del Sacro Monte aronese si inquadra nelle analoghe iniziative sorte nel clima religioso del Cinque e del Seicento, e che hanno lasciato notevoli testimonianze soprattutto a Varallo, Orta e Varese. Ed il progetto originale era davvero qualcosa di ambizioso e grandioso: quindici cappelle che salendo dal lago fino all’attuale piazza, narrassero visivamente per mezzo di statue e di affreschi gli avvenimenti più importanti della vita del Santo più altre quindici minori. Come coronamento finale di questo magnifico percorso, posti in cima alla colline alle spalle della Rocca, dovevano trovarsi infine la Chiesa e il Colosso.
L’idea del Sacro Monte ad Arona fu dell’oblato Marco Aurelio Grattarola, che intorno alla fine del 1612 la illustrava al Cardinal Federico Borromeo. Accolta senza riserve, già nel 1614 lo stesso Borromeo vi poneva la prima pietra nell’edificazione della chiesa, affidando prima il progetto generale dell’impresa a Francesco Maria Richini, e poi nel 1632 all’architetto Crivello.
Grazie a collette, legati, offerte di enti religiosi e di privati, i fondi furono piuttosto copiosi e nel volgere di pochi anni i lavori progredirono notevolmente. I problemi iniziarono solo in un secondo tempo. Proprio nel momento in cui la fabbrica stava prendendo slancio il Grattarola, sulle cui spalle gravava l’impresa venne a morire. La sua scomparsa, insieme con quelle del Cardinal Federico e del progettista del colosso, Giovan Battista Crespi detto il Cerano (architetto della Fabbrica del Duomo di Milano), causò la sospensione di ogni attività. Non fu estraneo il concomitante sopravvenire in quegli anni di guerre e pestilenze.
Nel 1642 quattro cappelle potevano ritenersi compiute ed altrettante a buon punto, mentre delle rimanenti erano cominciate le fondamenta e qualche braccio di muro. Attualmente ne sono conservate tre nella loro struttura architettonica. La prima è dedicata alla nascita di Carlo Borromeo, la seconda è dedicata alla rinuncia dei beni e al titolo e la terza appartenente all’undicesima cappella del progetto devozionale del Sacro Monte è dedicata all’istituzione della congregazione religiosa degli oblati.
Il colosso invece era ricoverato, a pezzi, nella chiesa e passerà ancora mezzo secolo prima che possa arrivarne la conclusione. Questo avvenne solo nel 1698, dopo che vi ebbero messo mano il pavese Siro Zanella e Bernardo Falconi di Lugano.
La situazione generale del Sacro Monte resterà immutata per quel che concerne le Cappelle, mentre sarà invece completata la Chiesa Maggiore su un progetto senza firma, che con tutta probabilità ricalca il primitivo disegno del Richini. Il tempio, al quale si accede da una duplice scala sui due lati, è a pianta circolare a navata unica, sovrastato da una cupola nella sua parte destinata alle funzioni. Nella volta è posto un grande affresco raffigurante la gloria di San Carlo. L’altare è di stile barocco, sul fondo della cappella una cornice con ornamenti floreali racchiude la pala che raffigura San Carlo in contemplazione. Ai lati dell’altar maggiore si diparte un anello di corridoio che circonda la cosiddetta “Camera dei Tre Laghi”, ricostruzione della stanza del castello della Rocca dove nacque il Borromeo.