Parco Naturale Monte Fenera

 

Importante dal punto di vista geologico, paleontologico e archeologico, il Parco del Monte Fenera è l'unico complesso sedimentario di una certa dimensione dell'intera Valsesia.
Dalla sua natura derivano tutta una serie di ragioni che hanno portato alla protezione dell'area, prime fra tutte le molte grotte che si aprono ­specialmente sul lato occidentale del monte.

La natura geologica calcarea e i movimenti orogenetici avvenuti nell'Era Terziaria ­hanno fessurato, anche profondamente, le rocce calcaree, e permesso all'acqua di penetrare all'interno della montagna scavandovi grotte e caverne che ancora invi­tano all'esplorazione.
Nelle grotte stesse sono visibili tutti i feno­meni tipici dell'erosione da parte dell'acqua meteorica e della ri­deposizione dei materiali calcarei sotto forma di stalattiti e sta­lagmiti, ma anche toncrezioni più piccole e più eleganti. Le grotte sono un ambiente eccezionalmente ricco di reperti paleontolo­gici e storici.
Tra i primi sono da annoverare moltissimi resti fossili dell'orso delle caverne (estintosi 20.000 mila anni fa), che nell'iconografia classica conten­deva all'uomo il possesso dei luoghi di riparo. Nella grotta del Laghetto, sono state rinvenute anche borre subfossili di rapaci notturni, cioè le pallottoline che i gufi e gli allocchi rigettano dopo aver digerito le prede. Anche queste permettono di ricostruire il clima grazie alla  presenza in esse di resti di numerosi micromammiferi, piccoli roditori e insettivori.Tra le specie trovate nelle grotte non mancano specie di dimensioni maggiori tra cui si possono ricordare oltre all'orso bruno, il leone delle caverne, lo stambecco, il cervo, il cinghiale, il castoro, la lince e la marmotta.
Sono state trovate infine anche prove dirette della presenza dell'uomo di Neandertal, vissuto in questi luoghi circa 50.000 anni fa, una specie che ha affiancato per qualche millennio la nostra stessa specie (Homo sa­piens) sul territorio europeo: nel 1989 sono stati trovati due denti che molto probabilmente appartenevano proprio a un uomo di Neandertal, forse unici nell'Italia dell'arco alpino settentrionale.

Il Monte Fenera è una montagna isolata a forma di panettone posta all'imbocco della Valsesia. La parte settentrionale è circondata da un semicerchio di piombanti pareti rocciose, quella meridionale coperta da fitti boschi. Dalla parte sommitale, relativamente ampia, si staccano due cime.
Su quella più bassa quotata 894 metri si trova una chiesetta costruita nel 1700 e dedicata a S. Bernardo. La cima più alta 899 metri, detta anche Punta Bastia, è caratterizzata da un'alta croce in muratura eretta nel 1906 e di recente restaurata.

La vegetazione, oltre che del substrato calcareo, risente anche della posizione della montagna, collocata nel centro della pianura e quindi esposta a nord dal clima più montano, e a sud influenzata da un clima quasi mediterraneo.
Si possono trovare quindi boschi submontani, come quelli di castagno, con aceri, frassini, addirittura faggi e farnie, roveri, aceri e robinia.
Ma anche, sui versante sud, colonie di pungitopo, olivelle e altre specie più amanti del caldo.
Da menzionare la presenza di numerose specie di felci, come la felce florida, la lingua cervina, la felce maschio e femmina, il capelvenere, la felce aquilina.

Ma è la Fauna ad essere il gioiello del Parco, in particolare la rarissima cicogna nera che ha nidificato qui nel 1994, per la prima volta in Italia dopo qualche secolo.
La tranquillità della zona ha indotto questo timidissimo uccello a farvi il nido e ad allevare i piccoli.

Nei boschi del Parco si possono trovare molti piccoli roditori (ghiri e moscardini), ma anche arvicole, topi selvatici e altri). Presenti molti rapaci notturni, lo sparviero e il gheppio tra i diurni, piccoli predatori e una miriade di passeriformi di bosco. Si incontrano anche alcune specie di picchi; il rosso minore, il maggiore e il picchio verde, poi il picchio muratore e il rampichino; tra i mammiferi, la martora e il ghiro.
Sulle falesie si possono vedere il falco pellegrino, la rondine mon­tana e il picchio muraiolo.
Gli ambienti più aridi ospitano il mimetico succiacapre e il falco pecchiaiolo.
In autunno, il territorio del Parco è al centro di due importanti direttrici di migrazione, seguite da migliaia di uccelli che si spostano verso le aree più calde del Mediterraneo per trascorrervi l'inverno.

 

Monte Fenera Croce