Il Supervulcano del Sesia

 

Nel cuore delle Alpi occidentali, in Valsesia e Valsessera, si trova il fossile di un supervulcano rovesciato che ci mostra le sue radici. La scoperta è dovuta a Silvano Sinigoi e a James Quick, due ricercatori delle Università di Trieste e di Dallas che da oltre trent'anni, studiano la geologia di queste valli.

La storia iniziò circa 300 milioni di anni fa, quando sulla Terra esisteva un unico enorme continente costellato da numerosi vulcani. Dopo circa dieci milioni di anni di eruzioni, in quella che poi sarà la Valsesia, avvenne una vera e propria catastrofe: una supereruzione fece collassare l'area vulcanica formando una caldera di almeno 15 km di diametro, il supervulcano. Vennero scagliati in aria più di 500 kmdi materiale piroclastico, nubi ardenti e ceneri, modificando il paesaggio e condizionando il clima. Poi tutto si fermò.

Circa 100 milioni di anni fa, l'Africa si staccò dal Sudamerica iniziando la sua deriva, andando successivamente a collidere con l'Europa. Per via di questa spinta, circa 30 milioni di anni fa, si originarono le Alpi e,nell'area che comprende la Valsesia, si creò un ripiegamento dell'intera crosta terrestre, che fece risalire le sue parti più profonde, in corrispondenza della Linea Insubrica, mostrando tutto il sistema di alimentazione del supervulcano ormai fossile.

Grazie a questo processo, oggi possiamo osservare quello che costituiva la crosta terrestre sotto al vulcano, fino a una profondità di circa 25 chilometri: lo si vede percorrendo la Valsesia, da Balmuccia fino all'area di Gattinara. Una situazione unica al mondo.